“Timore che il pubblico potesse essere dissuaso dall’uscire dal caldo delle case, e invece i posti nella Confratenita sono stati tutti occupati. Ascolto, visione, divertimento. Per il terzo anno la musica è proposta anche in proiezioni visive. Il maestro Domenico Cera essere oltre che un ottimo direttore e arrangiatore, anche un eccellente registra cinematografico. Spente le luci di sala (di chiesa, in questo caso), si accendono le lucette sui leggii di ogni musico. Le giacche rosse fiammanti dei concertisti si uniformano alla discrezione dell’ombra. Il Maestro prende posto al suo leggio di direzione, sotto cui appare un piccolo video, da cui controllare gli accordi tra musica ed immagini. Al centro, in alto si accende lo schermo. Silenzio di attesa, quel magico momento di sospensione in cui sembrano silenziarsi persino i respiri.” (Novembre 2014)
quello che facciamo non è solo opera di tipo musicale folklorica, ma è un’opera sociale aggregativa ed educativa. Spesso cerchiamo di fare alchimie per evitare il disagio e le devianze giovanili ma nel paese che è culla della musica, non abbiamo mai pensato ad investire seriamente su quello che è l’aspetto pedagogico della musica. Suonare in una formazione vuol dire assumere un ruolo, rispettare i ruoli altrui, partecipare ad un progetto collettivo, raggiungere un successo collettivo quelle cose che oggigiorno denunciamo che nei giovani non esistono più. Amiamo e osanniamo giustamente il calcio e lo sport in generale, ma Noi rispetto a queste attività abbiamo qualcosa in più, non facciamo antagonismo inoltre nei nostri gruppi ci sono tre generazioni che operano insieme. In una società dove il dialogo generazionale è molto difficoltoso, questo per noi vuol dire molto.
Banda di Bernezzo 